mercoledì 2 ottobre 2013

Laboratorio di composizione coreografica 2013 2014




  • Un luogo protetto dove confrontarsi con se stesso e sondare il proprio mondo creativo.

    La danza è anche ricerca del nostro mondo interiore che una volta colto e fatto emergere attraverso il gesto, gli sguardi, l'atto, arrivando alle dinamiche più grandi e virtuose, rende inconcepibile danzare senza un senso, sia esso astratto oppure drammatico.
    Accedere alla composizione coreografica significa trasmettere il nostro pensiero allontanandoci da stili codificati che limiterebbero la nostra creatività.
    Ci troveremo soli con una tematica, che può essere musicale, un'idea, una storia, immagini con le quali organizzare tutto in movimento attraverso strutturazioni di forme, figure, passi , espressioni, creando variazioni e relazioni, in un tempo che non è solo quello musicale, ma anche quello del tema usato. Un percorso sensibile che avrà come maestro l'esperienza vissuta e assimilata con il proprio corpo ed elaborata dalla propria mente.
    www.robertabongini.it

    Programma 2013 2014

    Relazioni Contaminazioni e Teatro



    • il linguaggio della danza può essere approfondito se apriamo i suoi principi alla percezione che le relazioni con lo spazio, il tempo, il partner, producono.
      Relazionarsi porta ad esplorare le tensioni che si creano, ad esempio nel dialogare con un oggetto a cui è stato attribuito un valore. Queste tensioni influiscono sul movimento, in termini di forza e di percezione del tempo dello spazio e del peso ( tempo nel senso di rapidità o lentezza, spazio nel senso di ampiezza o ristrettezza, peso nel senso di pesantezza o leggerezza ), sollecitando il corpo ad agire e reagire, prendendo decisioni e manifestando, così, l’intenzione. Questo processo porta a sviluppare l’attenzione e a vivere l’atto nella sua presenza immediata.. Attenzione, intenzione, decisione, tre vocaboli che sviluppano la danza sia a livello fisico che espressivo. Partner sono tutti gli oggetti che partecipano alla realizzazione di una coreografia e soprattutto lo sono i danzatori con cui agire e reagire, e partner è anche l’assenza con la quale o per la quale si danza, e che i movimenti, attraverso la loro dinamica e la totale partecipazione, svelano. E se gli stessi principi saranno utilizzati non solo da un punto di vista fisiologico, ma anche percettivo-sensazionale, potranno portare dalla percezione del movimento, in quanto relazione con lo spazio, il tempo, il partner, a configurare il senso del movimento come linguaggio, mettendoci in grado di affrontare il problema della contaminazione, e infine di poter cercare di convertire la coreografia in drammaturgia.
      E allora risulterà chiaro che il modo di affrontare la danza dipende da diversi fattori riguardanti la profondità e l’ampiezza della ricerca, nella base formativa, nella sua vitalità ed efficacia e nella modalità in cui viene attivato il processo compositivo dello spettacolo artistico.
      L’incontro fra danza e teatro prevede per l’attore-danzatore la conoscenza delle due tecniche inerenti al corpo, e dove la danza si orientata verso una plasticità fisica e verso l’aspetto corpo-mente, il teatro si indirizza verso una sensibilità plastica che riguarda le figurazioni e verso l’aspetto corpo-psiche; la sensibilizzazione all’immagini e alle associazioni svilupperà il lavoro dell’improvvisazione abituando il corpo a trovare soluzioni. Come esistono esercizi per la danza, così nel teatro possiamo trovare altrettanti esercizi, ma con una finalità diversa.
      L’improvvisazione è veramente un campo di battaglia, dove si combattono i nostri blocchi, le nostre paure, i nostri cliché, dove riaffiorano ricordi sbiaditi, e dove tutto può succedere se ci concediamo con tutta la nostra vitalità ed energia, e costituisce la materia prima, indispensabile, per la costruzione di uno spettacolo. Non tutto il materiale che l’improvvisazione ci fornisce sarà utilizzabile, a volte è sufficiente trovare un frammento perché si apra una porta e la nostra relazione con il tema proposto possa continuare fino ad arrivare a strutturare una partitura. I pezzi così composti, che contengono il pensiero fisico e il percorso di chi li ha creati, con l’energia, i sensi e i significati che l’attore o il danzatore vi ha impresso, passeranno, poi, nelle mani del regista, che le utilizzerà, anche frazionandole e cambiando il loro significato, per il montaggio nello spettacolo. C’è un compito che appartiene all’attore, che è la composizione della propria partitura, e un lavoro del regista che riguarda la composizione dello spettacolo: come al danzatore spetta la sua composizione coreografica, così al coreografo appartiene la conversione della coreografia in dramma. Un modo di procedere che salvaguarda l’individualità e la creatività dell’attore-danzatore sviluppandone la sua artisticità.

      Roberta Bongini
      dal libro la danza del ventre scritto da Roberta Bongini e Gaia Scuderi


      aperto ad avanzati e professionisti


      0rario dalle 13,00 alle 18,00 incluso 30 minuti di pausa

      ottobre 27 domenica
      novembre 24
      dicembre 15
      gennaio 19
      febbraio 23
      marzo 23

      per info roberta_bongini@fastwebnet.it
      www.robertabongini.it

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